mercoledì, luglio 04, 2007

Racconti SMS - Prologo

Non starò a disquisire sul valore della brevitas. Mi piace però l'idea di andare vicino "all'essenza" sottraendo parole. Cesare e il suo "Veni, vidi, vici", gli Haiku giapponesi, le Tragedie in Due Battute di Achille Campanile, le poesie di Ungaretti o i racconti di Monterroso e di Borges hanno un fascino legato anche, o soprattutto, alla loro compattezza. E più una cosa è piccola più è facile da abbracciare, da ricordare, da portare in tasca. Non so se si può considerare la brevitas di Cesare come antesignana del moderno copywriting, però in una società in cui i canoni di espressione e di comunicazione tendono a condividere obiettivi e stimoli ho ritenuto interessante cimentarmi in produzioni "artistiche" brevi. Estremamente brevi, tanto da poter rientrare in quello che può considerarsi l'unità atomica di comunicazione, cioè il singolo sms (160 caratteri). Altro vincolo è che questi scritti, pur nella loro brevità, riescano a raccontare, o almeno implicitamente a contenere, una storia. E questo li distingue dagli aforismi, che non necessariamente raccontano una storia. Senza voler trovare un nome strano li chiamo quindi "Racconti SMS". Molti dei prossimi post saranno dei Racconti SMS. Alcuni mi piacciono di più, altri di meno, alcuni sono più "storie", altri un po' di meno. Sarebbero interessanti e benvenuti i commenti di chi avrà voglia di leggerli, e ancora più interessanti sarebbero nuovi contributi dello stesso genere.

Il primo non è mio (e non rientra neanche nei vincoli dei 160 caratteri...). E' una filastrocca che qualche volta mi raccontava mia nonna (in parte la ricordo a memoria, ringrazio Enzo Bartolini per le integrazioni).
Mi piace come in poche parole si racconti una storia, dall'inizio alla fine, incorniciata in un'intera giornata, dall'inizio alla fine.

La Pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò, mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò. Mise l'acqua, accese il fuoco, si sedette, riposò. Ed intanto, a poco a poco, anche il sole tramontò. Così, persa ormai la lena, sola al buio ella restò ed a letto senza cena la meschina se ne andò.


(immagine di Carla Francesca Castagno, trovata su http://www.illustratori.it/Staging/Members/ccastagno/Delivery/Art04/Public/Art )

Nessun commento: