La ragazza porta in giro le sue labbra rosse.
Allo sguardo più distratto possono apparire come un riuscito esercizio di trucco. La mano sapiente, civettuola artigiana, il rossetto, elegante cosmetico, e le labbra, sorridenti protagoniste.
Ma un sorriso lievemente ironico si apre naturale, come a far capire che questa percezione non coglie l’essenza del gesto.
La ragazza porta in giro le sue labbra rosse mentre dall’orologio cadono i secondi. Si distaccano e con un tintinnio toccano terra. C’è chi mette dei cuscini, in modo tale che il suono non si senta e le persone possano riposare. O permettersi di non invecchiare. O permettersi di non crescere. O almeno di non farci caso. Questo, però, è un problema per i collezionisti di attimi. Per loro, chi gira le viti del mondo dovrebbe farlo con un certo rumore.
La ragazza porta in giro le sue labbra rosse intinte nel colore delle proprie emozioni, e può baciare tutti i secondi, e lasciarsi sedurre da loro, smascherando la bellezza della loro armonica essenza. Come un giuda innamorato li riconosce a contatto, e li rivela al mondo. I secondi, nel loro silenzioso tragitto, si inumidiscono di un bacio talvolta non dato, talvolta sognato, talvolta sorriso.
La ragazza dipinge sulla tela del tempo con le sue labbra rosse.
Poche, sentite parole. Abitanti dell'anima, spesso visualizzata come un "dentro". Talvolta rimangono sensazioni e non fanno in tempo a cristallizzarsi in parole. Talvolta non vengono sentite e vicino al chiarore del cielo sono trascinate giu' e ancora su in moti convettivi d'oblio, e di ricordo. Talvolta nascono parole, rimangono parole e giocano fra loro fintanto che qualcuno non se ne accorge. Pensieri? Sensazioni? O piu' semplicemente, segnalibri?
sabato, giugno 27, 2009
Racconto - Labbra Rosse
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