A un crimine corrisponde una pena. Più o meno, quasi sempre, talvolta con (non volute) eccezioni. Ma lo schema è questo. Molte volte ci sfugge il senso di questa pena. La giustizia non è un fatto emotivo. Non è una "forma legalizzata di vendetta", quindi è inutile cercare nella pena una sorta di "risarcimento", ad esempio, per la famiglia della vittima di un crimine efferato. Non si tratta di un linciaggio con pietre di gomma. Non ha senso averne sete. E' uno strumento sociale. Per quanto riguarda il fatto emotivo, questo rimane circoscritto nelle nostre coscienze, e io consiglio sempre il perdono, poi ognuno fa come vuole.
Poche, sentite parole. Abitanti dell'anima, spesso visualizzata come un "dentro". Talvolta rimangono sensazioni e non fanno in tempo a cristallizzarsi in parole. Talvolta non vengono sentite e vicino al chiarore del cielo sono trascinate giu' e ancora su in moti convettivi d'oblio, e di ricordo. Talvolta nascono parole, rimangono parole e giocano fra loro fintanto che qualcuno non se ne accorge. Pensieri? Sensazioni? O piu' semplicemente, segnalibri?
venerdì, aprile 07, 2006
mercoledì, aprile 05, 2006
Ricordi?
Le emozioni sono sacre, e i ricordi sono altari alle emozioni. Quando si ha l'occasione di condividerli, e' come pregare insieme.
lunedì, aprile 03, 2006
Oh Farfalle!
Fatte non foste a viver come bruchi
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