domenica, agosto 17, 2014

Silenzio!

-Perché proprio qui?
Domandò con un filo di voce, che nel vuoto della chiesa sentì risuonare come una preghiera sommessa.
-Silenzio, avvicinati.
Nessuno, in effetti, disse queste parole, ma Linda, in silenzio, si avvicinò. Fece scricchiolare due panche di legno, ed ebbe il tempo di ascoltare il ritmo del proprio respiro prima di accostarsi al confessionale. Pareva la protagonista di un incerto rituale, di cui lei stessa non riusciva a comprendere il senso. A quell'ora non era ragionevole sperare di trovare qualcuno, ma dentro al confessionale l'abito nero del prete si confondeva con l'oscurità della notte e con lo sfondo dei pensieri di Linda. La ragazza non sembrò troppo sorpresa. Si sedette, e tacque. Scelse il silenzio come raffinata forma di confidenza. Passarono molti minuti in cui non ci fu che ostinato silenzio. Dall'esterno, la scena sarebbe apparsa immobile. Dall'interno, un terremoto. Dall'interno, due terremoti: a Linda parve infatti di udire una voce provenire da dietro la grata.
-Hai ragione Linda, le parole sono vuote quando si travestono da parole. Abbracciamo parole, nutriamo parole, parliamo di parole alle parole, riempendo il nulla di nulla e chiacchieriamo via dal mondo. Hai presente quel discorso dell'amare il prossimo tuo?
Linda fece scivolare via una lacrima, e annuì.
-Ecco, per esempio io ti amo. E davvero mi sembrerebbe un ottimo inizio e invece, sono rimasto fermo a capire dove ho sbagliato. Linda, dove ho sbagliato?
Linda iniziò a piangere. Avrebbe voluto dire:
-Hai sbagliato a non avermelo mai detto! Hai sbagliato a non esserci! Hai sbagliato ad esserti ammazzato! E sbaglio io a continuare ad ascoltare questa maledetta registrazione!
Ma invece si accontentò di continuare a piangere: qualunque parola si sarebbe dispersa, puro lugubre suono nel silenzio della chiesa deserta.