Poche, sentite parole. Abitanti dell'anima, spesso visualizzata come un "dentro". Talvolta rimangono sensazioni e non fanno in tempo a cristallizzarsi in parole. Talvolta non vengono sentite e vicino al chiarore del cielo sono trascinate giu' e ancora su in moti convettivi d'oblio, e di ricordo. Talvolta nascono parole, rimangono parole e giocano fra loro fintanto che qualcuno non se ne accorge. Pensieri? Sensazioni? O piu' semplicemente, segnalibri?
mercoledì, dicembre 31, 2014
Fuori da questo abbraccio
Fuori da questo abbraccio
Vedo due persone ferme, abbracciate.
Le mani piene e ferme.
Gli occhi uniti e fermi.
Si trattengono, come un respiro,
e come in un respiro
si soffieranno via.
lunedì, dicembre 01, 2014
Il Mulino Avvento
venerdì, ottobre 03, 2014
Pipistrello cadente
L’ho vista davvero.
O forse era un pipistrello
Ingordo e strapieno di lucciole
Che cadeva in verticale
Per due secondi.
Che bello cadere in verticale
Ha pensato.
Che cosa si prova a volare?
Si è chiesto.
Una meravigliosa sensazione
Ha sussurrato.
Poi all’improvviso ha ricordato
Che in effetti vola quasi sempre
E come tutti i pipistrelli
Conosce benissimo la sensazione del volo.
Allora ha digerito le lucciole e si è spento
Illuminato, meravigliato, ridimensionato.
Vale lo stesso?
Posso desiderare un desiderio
Anche se, anziché stella
Ho davvero avvistato un pipistrello?
Forse per pipistrellica empatia
Posso desiderare un desiderio a testa in giù
Di quelli strampalati senza logica,
Per esempio desidero
Che voglio cedere il desiderio al pipistrello.
Anzi, è proprio questo il desiderio,
Desidero che il pipistrello sappia volare
Ma che ogni tanto lo dimentichi
E quindi si sorprenda, ogni tanto
A desiderare e cadere
Perché poco fa, mentre cadeva
Ebbro e strapieno di lucciole ed oblio
Ha disegnato per un attimo
Il cielo di bellezza.
giovedì, settembre 11, 2014
Ice Bucket Challenge - secchiata sì, secchiata no?
Dal 25 al 27 Agosto 2014, tre giorni di dilemmi semiseri fino all'(in)evitabile epilogo.
Giorno 1
Giorno 2
Giorno 3
domenica, agosto 17, 2014
Silenzio!
-Perché proprio qui?
Domandò con un filo di voce, che nel vuoto della chiesa sentì risuonare come una preghiera sommessa.
-Silenzio, avvicinati.
Nessuno, in effetti, disse queste parole, ma Linda, in silenzio, si avvicinò. Fece scricchiolare due panche di legno, ed ebbe il tempo di ascoltare il ritmo del proprio respiro prima di accostarsi al confessionale. Pareva la protagonista di un incerto rituale, di cui lei stessa non riusciva a comprendere il senso. A quell'ora non era ragionevole sperare di trovare qualcuno, ma dentro al confessionale l'abito nero del prete si confondeva con l'oscurità della notte e con lo sfondo dei pensieri di Linda. La ragazza non sembrò troppo sorpresa. Si sedette, e tacque. Scelse il silenzio come raffinata forma di confidenza. Passarono molti minuti in cui non ci fu che ostinato silenzio. Dall'esterno, la scena sarebbe apparsa immobile. Dall'interno, un terremoto. Dall'interno, due terremoti: a Linda parve infatti di udire una voce provenire da dietro la grata.
-Hai ragione Linda, le parole sono vuote quando si travestono da parole. Abbracciamo parole, nutriamo parole, parliamo di parole alle parole, riempendo il nulla di nulla e chiacchieriamo via dal mondo. Hai presente quel discorso dell'amare il prossimo tuo?
Linda fece scivolare via una lacrima, e annuì.
-Ecco, per esempio io ti amo. E davvero mi sembrerebbe un ottimo inizio e invece, sono rimasto fermo a capire dove ho sbagliato. Linda, dove ho sbagliato?
Linda iniziò a piangere. Avrebbe voluto dire:
-Hai sbagliato a non avermelo mai detto! Hai sbagliato a non esserci! Hai sbagliato ad esserti ammazzato! E sbaglio io a continuare ad ascoltare questa maledetta registrazione!
Ma invece si accontentò di continuare a piangere: qualunque parola si sarebbe dispersa, puro lugubre suono nel silenzio della chiesa deserta.