mercoledì, dicembre 14, 2016

I punti cardinali della sovrastima

Oggi parlerò di alcune cose belle ma sovrastimate. Sovrastimate, però belle. Va beh, belle e sovrastimate, perché innalzate molto (troppo?) spesso a miti, ad assi pigliatutto del nostro panorama psico-cultural-turistico, talvolta oscurando ciò che rischia di soffocare nei loro coni d’ombra.

Est – Le Cinque Terre
Il sole della nostra sovrastima nasce a est, nel levante ligure delle Cinque Terre. Bellissime, stupende, non serve neanche magnificare lo splendore arroccato di Manarola o il porticciolo tascabile di Vernazza… Però tu, cara sessantenne del Minnesota caro trentenne finlandese cara ventenne portoghese caro ottantenne portoricano che a metà ottobre zampetti per il centro di Monterosso vestito da scout picchiettando i bastoncini da sci sull’asfalto per dare ritmo e senso al tuo incedere, non te l’ha mai detto nessuno che cinquanta km più a ovest c’è Genova, la città più bella del mondo? La risposta è semplice. No, non glielo ha detto nessuno. Il suo Tour Operator ha organizzato Milano – Venizia – Florencie – Cheenkueterrey - Milano e vaffanculo a Genova. Tanta troppa gente lambisce Genova e tira dritto. E allora andiamo avanti anche noi.

Sud – “La Cura”
La sovrastima continua a scaldarci con i suoi raggi dall’esotico sud de “La Cura” di Battiato. Fantastica, onirica, poetica, dolcissima, cosmica, immancabile in ogni compilation preposta a dimostrare alla nostra amata quanto siamo sensibili e romantici… Però c’è questo genio capace di superare le correnti gravitazionali (senza spifferi), lo spazio, la luce, i ciclisti la domenica mattina sull’Aurelia, Usain Bolt, Beep Beep, il Razzo Egidio della Pimpa, insomma una specie di supereroe, che si trova a vagare (un po’ sorpreso, per la verità) per i campi del Tennessee (???). Ora, io del Tennessee conosco Chattanooga, dove il sole ti spacca in quattro, e la soluzione è soltanto una: mmm-mmm! Magico Lipton! E comunque no, non ho “fiori bianchi” per te, anzi mi sa che hai già un tantino esagerato. Poi d’accordo, mi dici parole stupende, ma quando mi prometti che mi proteggerai dai fallimenti che per mia natura normalmente attirerò io una palpatina agli zebedei me la do, così per sicurezza. Mi stai mica dando appena appena un attimo del portasfiga? Dici che conosci le leggi del mondo e me ne farai dono. E chi cacchio sei, Piero Angela in pieno spirito natalizio? Ma comunque, a caval donato… Andiamo avanti, suvvia.

Ovest – “Il Piccolo Principe”
L’ovest della nostra sovrastima tramonta con le luci oblique de “Il Piccolo Principe” di Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, noto alla maggior parte di noi solo per avere scritto questo racconto, e alla minor parte di noi solo per avere scritto questo racconto. Anche sua mamma lo chiamava "Ehi tu, che hai scritto il Piccolo Principe, vieni qui!", oppure per chiamarlo con il nome completo doveva andare su Wikipedia. L’autore ci delizia con pagine di delicate immagini, molto poetiche ed evocative. “I grandi non capiscono mai niente da soli. Ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dargli spiegazioni”. Bello come spunto, magari anche se non ce lo ricordi ogni dieci righe fa lo stesso eh Antoine! Comunque niente da dire, un racconto davvero ben riuscito, talvolta eccede nell’allegoria, può risultare a tratti un pelino stucchevole ma alcune immagini sono azzeccatissime e stanno davvero a cuore anche a me… la pecora, la rosa, e soprattutto la volpe; è comunque un libro di nicchia che vi consiglio di acquist… Come? Non è di nicchia? Va beh un libro per bambini che però bisogna leggere da grandi che però dovrebbero essere bambini perché i grandi non capiscono che vi consiglio di acquist… Come? E’ il terzo libro più letto al mondo dopo il Capitale e La Bibbia? Perbacco, con buona pace di Marx e Dio qui bisogna puntare al gradino più alto! E allora forza, piazziamoci tutti un bel Piccolo Principe sotto la maglietta e andiamo a dormire, che intanto si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi! E procediamo.

Nord – “Volere è Potere”
E’ notte, ma la nostra sovrastima non dorme. Nel silenzio dei nostri pensieri, la mezzanotte della sovrastima rintocca sul nord della frase “Volere è Potere”. Quando abbiamo cercato energie per andare avanti, questa frase ci ha sempre accompagnato, volenti o… nolenti. E’ una frase bella, che trasforma come in una perfetta alchimia un’immensa energia vitale in un’altra immensa energia vitale. Dopo lunghe meditazioni, percorsi di saggezza, crescite interiori e dubbi amletici, le riflessioni su questa frase si possono riassumere così: Volere è Potere Stocazzo. Da ragazzi ci piace crederlo, ci piace pensare che l’inerzia del mondo possa essere addomesticata dalla nostra volontà. Il problema è che poi ci crediamo davvero, e sovrastimiamo anche il nostro impatto sul mondo, in un’altalena che oscilla beffarda tra l’onnipotenza e la disillusione.

Ma a noi non importa, il mare davanti a Riomaggiore ci proteggerà dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontreremo per le nostre vie, dal boa che inghiottirà i nostri elefanti, dai nostri deliri di onnivolenza e onnipotenza, e dalle nostre stesse sovrastime, che vedremo bene solo con il cuore. Poiché l’essenziale, a occhio, è davvero invivibile.

martedì, novembre 15, 2016

Invito a pranzo con sorpresa

- Ti invito a pranzo da me.
- Grazie.
- Vieni su per l'una?
- È grande?
- Cosa?
- Non hai detto superluna?
- Mi è passata la fame.
- Vengo lo stesso?
- Piena. Sono piena.

martedì, novembre 08, 2016

Still water

In order to transform it into something else, I added some bubbles to the still water.
But it is still water.

martedì, ottobre 11, 2016

Temporale in quattro lampi

1) Ci sono sempre i lampi, quando ci vediamo.
2) Lampi e lampioni a rischiare, a rischiarare, a non vederci più.
3) Ci sono sempre i lampi, quando ci lasciamo.
4) Intermittenti, lampeggiamo indecisi tra lasciarci andare e lasciarci andare via.

martedì, aprile 19, 2016

Tutto Scorre

Le donne grasse che corrono sul lungomare vorrebbero scappare via dal loro stesso peso, diretto sempre e comunque verso il centro della terra. E sognano di essere farfalle. Le farfalle pigramente stropicciano le ali senza quella fretta di non morire con cui vorremmo dipingerle. Ma delle donne grasse sognano quell'ineleganza del passo che permetterebbe alle loro vite di emettere un qualsiasi rumore. Le creature si scambiano i sogni, e nel frattempo tutto scorre.

mercoledì, marzo 02, 2016

La complessità delle cose

Facciamoci un grande favore. Rispettiamo la complessità delle cose. Chi semplifica una questione immotivatamente complicata la rende più comprensibile, ma chi semplifica una questione naturalmente complessa la sfregia, la snatura, la impoverisce, la depaupera. Gli slogan sono belli per la pubblicità, ma pessimi per l'anelito alla comprensione e alla conoscenza. La sineddoche è un'interessante figura retorica, ma il suo utlizzo per banalizzare le parole è solo una brutta figura che ci facciamo di fronte a una realtà che non stiamo rispettando nella sua interezza. E allora una donna non è un utero in affitto, né una vulva in prestito, né una mammella in comodato d'uso. Rispettiamo la complessità delle situazioni, delle parole, delle scelte, delle persone. Talvolta ci vuole tempo, o profondità, o entrambe. Oppure nel frattempo sospendiamo i giudizi.

giovedì, febbraio 18, 2016

Discorso al funerale di Sandro

Caro Sandro, sei uno degli uomini più belli che io abbia mai avuto la fortuna di conoscere. In ogni momento, come un fiore bellissimo che non deve sforzarsi per profumare, sapevi essere senza sforzo la precisa emanazione di te stesso. Talmente umano da apparire talvolta sovrumano, avevi un dono speciale, quasi magico: sapevi alleggerire costantemente la realtà, senza mai impoverirla. E così riuscivi con elegante naturalezza a cogliere, e ad accogliere, ogni persona, ogni situazione, in maniera profondamente colorata, facendo vibrare le corde della tua emozionabile e allo stesso tempo arguta sensibilità. E così, sempre dissacrando tutto, senza mai banalizzare niente, ci trovavamo spesso ad inventarci battute, eleganti e spiritose, per prenderci un po’ gioco della nostra amata realtà. E allora anche oggi mi chiedo che cosa diresti, se ti sembrerebbe opportuno fare qualche battuta anche in questo momento di doloroso commiato. Credo di sì. Forse ti raccomanderesti di controllare che il microfono sia effettivamente collegato alla "cassa"? O forse ti lamenteresti del tuo vestito, costoso e scolorito, dicendo che è "caro e stinto"? O forse diresti che "ci hai lasciato le penne" in modo che noi possiamo ancora scrivere qualcosa per te? O forse, ancora, diresti che la vita sa giocare meravigliosamente a poker, ma poi, proprio alla fine, "bara"? O forse sono io che mi ostino a fare ancora un sacco di battute sciocche perché vorrei sentirti ancora una volta ridere con me. Grazie Sandro, ti voglio tanto bene.